DOMENICA 23 FEBBRAIO ORE 16
il Comune di Cernusco sul Naviglio
presenta
Compagnia Favola di Mattoni
LA GATTA CON GLI STIVALI
di Sara Elena Rossetti e Rino Cacciola
presso
L'Auditorium P. Maggioni
via Don Milani n° 6 - Cernusco sul Naviglio
ingresso € 3
venerdì 14 febbraio 2014
mercoledì 15 gennaio 2014
TRAINING
E cco un video realizzato dal filmmaker Emanuele Pogliani Prima dello spettacolo avvenuto il 13 ottobre 2013 nella rassegna Teatro Off Domani di Bresso.
Training Favola di Mattoni
Training Favola di Mattoni
giovedì 12 dicembre 2013
domenica 1 dicembre 2013
martedì 1 ottobre 2013
L'ARCOBALENO SPENTO - Compagnia Favola di Mattoni
LARCOBALENO SPENTO
Produzione Compagnia Favola di Mattoni
testo di Danilo Reschigna
regia di Rino Cacciola
con
Valeria Pinori
Sara Elena Rossetti
Rino Cacciola
Raffaele Tamburri
Appunti della regia
La sfida di questo spettacolo può essere sintetizzata da una semplice domanda: può il linguaggio del teatro tradurre la poesia e la complessità dell’animo umano? I diversi stati d’animo, che messi insieme formerebbero una sorta di arcobaleno della psiche, in questo spettacolo vengono rappresentati simbolicamente da quattro personaggi dai colori non certo vivaci: Grigiopetto, il direttore d’orchestra, che esprime ambizione e volontà di migliorarsi, Bianca, la vedova sofferente, che non riesce a superare gli errori del passato, Biancoceleste, il cuoco ottimista, che cerca di realizzarsi attraverso il proprio lavoro, e Nerina, la sposa complessata, che ha paura di crescere e che vive in perenne conflitto con la madre. Questi personaggi, attraverso metaforiche telefonate, interagiscono tra di loro nel tentativo di stringere un qualche legame che li possa aiutare nella loro faticosa ricerca della felicità. Ad accompagnare le sofferte vicende dei personaggi interpretati dagli attori si percepisce in modo abbastanza evidente anche un quinto personaggio che, pur non avendo una vera e propria presenza scenica, mostra ugualmente una sua forza narrativa e importanza drammaturgica. Si tratta della Musica che è presente sin dall’inizio, apparendo legata al personaggio del direttore d’orchestra , ma che solamente nel corso dello spettacolo acquista una sua autonomia, grazie anche all’utilizzo di alcuni frammenti di canzoni che, sostituendosi al testo degli attori, scandiscono lo sviluppo della vicenda. Musica, azioni, parole e…una sedia, simbolo del luogo dove i personaggi cercano di raccogliere e condividere le proprie speranze e desideri. La metafora del telefono, unico mezzo a disposizione per comunicare, mezzo che questo racconto teatrale trasforma in occasioni di conflitto sia visivo che fisico, porterà i personaggi verso una maggiore solitudine e consapevolezza delle proprie paure tanto da spingere ognuno di loro ad affrontare un dialogo con la propria coscienza. Alla fine la difficoltà della comunicazione e il peso delle proprie paure schiaccerà le speranze dei quattro personaggi fino a che, paradossalmente, sarà proprio la rinuncia all’utilizzo della parola che darà loro nuove possibilità di intesa.
Una volta che si riconosce al teatro la possibilità di trasformarsi in uno specchio in cui poter leggere se stessi, attraverso quella lente d’ingrandimento creata dall’enfasi del racconto teatrale, può darsi che uno spettacolo come L’Arcobaleno Spento diventi il ritratto emozionale e psicologico di ognuno di noi, dato che in fondo siamo tutti accumunati dalle stesse paure e aspirazioni e tutti viviamo lo stesso bisogno di condividerle con l’altro.
http://www.youtube.com/watch?v=SOKrTAG6Ejw
Produzione Compagnia Favola di Mattoni
testo di Danilo Reschigna
regia di Rino Cacciola
con
Valeria Pinori
Sara Elena Rossetti
Rino Cacciola
Raffaele Tamburri
Appunti della regia
La sfida di questo spettacolo può essere sintetizzata da una semplice domanda: può il linguaggio del teatro tradurre la poesia e la complessità dell’animo umano? I diversi stati d’animo, che messi insieme formerebbero una sorta di arcobaleno della psiche, in questo spettacolo vengono rappresentati simbolicamente da quattro personaggi dai colori non certo vivaci: Grigiopetto, il direttore d’orchestra, che esprime ambizione e volontà di migliorarsi, Bianca, la vedova sofferente, che non riesce a superare gli errori del passato, Biancoceleste, il cuoco ottimista, che cerca di realizzarsi attraverso il proprio lavoro, e Nerina, la sposa complessata, che ha paura di crescere e che vive in perenne conflitto con la madre. Questi personaggi, attraverso metaforiche telefonate, interagiscono tra di loro nel tentativo di stringere un qualche legame che li possa aiutare nella loro faticosa ricerca della felicità. Ad accompagnare le sofferte vicende dei personaggi interpretati dagli attori si percepisce in modo abbastanza evidente anche un quinto personaggio che, pur non avendo una vera e propria presenza scenica, mostra ugualmente una sua forza narrativa e importanza drammaturgica. Si tratta della Musica che è presente sin dall’inizio, apparendo legata al personaggio del direttore d’orchestra , ma che solamente nel corso dello spettacolo acquista una sua autonomia, grazie anche all’utilizzo di alcuni frammenti di canzoni che, sostituendosi al testo degli attori, scandiscono lo sviluppo della vicenda. Musica, azioni, parole e…una sedia, simbolo del luogo dove i personaggi cercano di raccogliere e condividere le proprie speranze e desideri. La metafora del telefono, unico mezzo a disposizione per comunicare, mezzo che questo racconto teatrale trasforma in occasioni di conflitto sia visivo che fisico, porterà i personaggi verso una maggiore solitudine e consapevolezza delle proprie paure tanto da spingere ognuno di loro ad affrontare un dialogo con la propria coscienza. Alla fine la difficoltà della comunicazione e il peso delle proprie paure schiaccerà le speranze dei quattro personaggi fino a che, paradossalmente, sarà proprio la rinuncia all’utilizzo della parola che darà loro nuove possibilità di intesa.
Una volta che si riconosce al teatro la possibilità di trasformarsi in uno specchio in cui poter leggere se stessi, attraverso quella lente d’ingrandimento creata dall’enfasi del racconto teatrale, può darsi che uno spettacolo come L’Arcobaleno Spento diventi il ritratto emozionale e psicologico di ognuno di noi, dato che in fondo siamo tutti accumunati dalle stesse paure e aspirazioni e tutti viviamo lo stesso bisogno di condividerle con l’altro.
http://www.youtube.com/
sabato 1 giugno 2013
TREDICI A TAVOLA - Compagnia 6 di Scena

di Marc-Gilbert Sauvajon
con Silvia Cardinale
Simona Cattaneo
Giacomo Cianciulli
Luciano Franceschi
Roberta Mobilia
Matteo Tettamanti
e la partecipazione di Vincenzo Gualtieri
coordinamento registico di Sacha Oliviero e Silvia Cardinale
Sinossi
Vigilia di Natale, in casa Villardier fervono gli ultimi preparativi per la cena e stanno già arrivando gli ospiti quando Maddalena si rende conto che a sedere a tavola ci saranno tredici commensali. Alla padrona di casa rimane poco tempo per evitare questa “catastrofe”. Continui e improvvisi colpi di scena modificano continuamente il numero degli invitati riportandolo comunque tredici. E all’improvviso compare anche una misteriosa donna sudamericana che porta alla luce il passato di Antonio Villardier. Una commedia brillante che irridendo le credulità superstiziose tratta di amore coniugale e amore passionale, di imprese eroiche e quotidianità di anti-eroi
sabato 25 maggio 2013
MACBETH - Compagnia Nuova Scena Antica
MACBETH NOW
dal Macbeth di William Shakespeare
drammaturgia Silvio Da Rù e Daniela Bestetti
luci Daniela Bestetti
regia Silvio Da Rù
con
Pietro Luciano Belcastro
Monica Bianchini
Claudia Esposito
Simone Fassina
Marco Ferrari
Paola Marino
Jacopo Sciacca
Roberta Viscomi
Preludio
Dopo anni di spietate lotte intestine, il potere economico del continente europeo è conteso da due gigantesche multinazionali. Sovrani indiscussi delle rispettive leadership sono Duncan e Siward, la cui rivalità non impedisce il sussistere di stima e lealtà reciproche. L’equilibrio dei rapporti tra i due imperi viene internamente regolato da un antico codice d’onore marziale, cui i vertici si sottopongono con fede assoluta: il Kijo.
Maestro indiscusso e depositario dei segreti di quest’arte è un uomo solo chiamato Birnam.
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